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Prendete un camorrista sfigato e imbranato. Uno di quelli che più disgraziati non si può. Inseritelo in un contesto familiare molto allargato e variopinto: una moglie procace e autoritaria, una figlia ribelle e coraggiosa, un figlio che ama solo i cibi ipercalorici, un suocero guascone, una suocera stizzosa, una vedova d'animo nobile, una nerboruta cameriera ucraina, una coppia di iguane meditans e un coniglietto nano. Sistemate tutti questi personaggi in una palazzina napoletana del rione Sanità. Quello dove è nato il principe della risata Totò, per intenderci. Aggiungete un boss spietato e i suoi scagnozzi, un giovane prete anticamorra, un teschio parlante, un commissario tutto d'un pezzo, una ditta di pompe funebri che si chiama Requiem Aeternam, una violenta faida di camorra, una campagna elettorale ai limiti dell'assurdo e tanti altri avvincenti episodi. Mescolate con cura, cuocete a fuoco vivo e condite con abbondanti spruzzate di comicità e commozione: otterrete Bentornati in casa Esposito, il sequel della saga che ha mostrato ai lettori italiani gli aspetti più cafoni e ridicoli della malavita.